Passo e chiudo

Non ce l’ho fatta…

A caricare tutti i vecchi post prima delle vancanze, a decodificare tutti i nuovi numeri dei codici conto dal vecchio al nuovo programma, a comprarmi qualcosa in saldo, a procurarmi qualche libro da studiare sulle Srl, e nemmeno a prenotare un bel last minute che non mi portasse in un hotel a dieci chilometri dal mare o a tribolare con una sdraio sugli scogli: non ce l’ho fatta. Neanche ad andare dal parrucchiere e tagliare i capelli corti-corti, ma lì è stata mancanza di coraggio.

Ce l’ho fatta, invece.

A piangere.

Lo so, è stupido. Eppure piangere deve riuscire naturale, senza che ti ricordi sempre chi sei, dove sei e perchè lo fai. Ti viene così, direttamente dai pensieri, e dal cuore, e da quella stanchezza che ormai diventa una sensazione fissa.

Ce l’ho fatta: ero qui, davanti al monitor, appena arrivata in ufficio, di corsa, cinque minuti in ritardo. Mi ero appena seduta, buttando l’occhio mogio sulla gonna in jeans leggero con l’orlo sbilenco, le infradito bianche riparate alla bell’e meglio con ago e filo su una panca di legno in montagna, coi capelli mezzi spettinati e le mollette da bambina, la maglietta con gli strass e la scollatura troppo slabbrata.

Così, brutta, sfatta, stanca, con tanta voglia di un sentimento che nemmeno so se esiste. All’improvviso i contorni si sono annacquati, e finalmente non ho visto più nulla.

Buone vacanze…

Piango e chiudo.

 

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9 commenti su “Passo e chiudo

  1. Ce l’hai fatta a fare la cosa più importante. Tutto il resto, dopo, sarà più leggero, futile e risolvibile.

    Buoni giorni, ché oggi ce l’ho fatta anch’io.

    :-*

  2. Tesoro come ti capisco!

    E’ una cosa che mi riesce spesso purtroppo…

    Nonostante le frasi zen dei biscotti della fortuna, eh per cambiare ci vuole del tempo!!!

    Un abbraccio e un bacio

    Cate 😉

  3. Sono convinto che non sia bene trattenere le emozioni. Dobbiamo lasciare andare il riso e le lacrime lungo i loro canali naturali. Non c’è niente di cui vergognarsi: siamo esseri umani e questo è il nostro modo di manifestare ciò che abbiamo nell’anima.

    Ti auguro però un’estate serena, piena di sole e aria pura.

    A presto Agnès.

    Ti abbraccio.

    Pim

  4. BibliotecadeBabel mi pare proprio saggia…

    Un pianto liberatorio talvolta fa chiudere le parentesi e apre nuovi orizzonti. E poi spossa…di una spossatezza “sana” che cancella la tensione e fa rilassare !

    E’ peggio non riuscire a piangere Agnés, credo tu lo sappia.

    Un bacione e…prova a regalarti qualche giorno di ombelicocentrismo spensierato e sopra le righe !

    Irene

  5. a volte piangere è liberatorio…

    ma poi occorre far di tutto perchè il sorriso torni arditamente…

    un abbraccio e un bacio…

    e un sorriso…

  6. Io sono esplosa in ascensore. Non volevo più uscire, terrorizzata di incontrare qualcuno sul pianerottolo e ancor più che non vedendo l’ascensore liberarsi chiamassero i soccorsi. E’ stato decisamente meglio che comprarsi una maglietta in saldo, che tanto prima o poi avrei scoperto che non mi stava punto bene. Quindi, dovendo dare delle priorità mi sa che sei riuscita a fare la cosa più importante. E sei grande a raccontarcelo e a raccontarcelo così!

    Spero di ritrovarti presto con un sorriso.

    Prish

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